200gr di farina
60gr di zucchero
2 mele gialle grandi
un cucchiaio di uvette
un cucchiaio di cranberries
una manciatina di pinoli
poca scorza di limone bio
8 gr di lievito per dolci
un bicchiere scarso di latte di soia (circa 100 gr)
mezzo cucchiaino di cannella n polvere
mezzo cucchiaino di zenzero in polvere
PREPARAZIONE
Mescolare tutti gli ingredienti fino ad ottenere una pastella cremosa ma densa. Aggiungere 1 mela sbucciata e tagliata a dadini, l'uvetta, i cranberries, i pinoli e mescolare bene. Versare l'impasto in uno stampo a cerniera precedentemente imburrato. Decorare con l'altra mela tagliata a fettine sottili da disporre in tondo. Cospargere la superficie con un pizzico di zucchero di canna e qualche altro pinolo. Infornare a 200 ° per 30 minuti (ma la temperatura e i tempi potrebbero variare a seconda del forno, quindi attenzione!). Lasciare raffreddare, prima di servire.
Le uova nei dolci non servono a nulla. In questo caso, la presenza di mele e quindi di abbondante pectina assolve già di per sé la funzione di "legare" gli ingredienti.
Vi siete mai chiesti come mai nelle torte ci sono sempre, immancabilmente, uova, burro e latte? La risposta è semplice: la nostra società dei consumi produce in abbondanza, unitamente alla carne, questi prodotti sui quali "deve" lucrare ad ogni costo. Ecco quindi che in ogni dolce ci rifilano uova e burro e il latte diventa un salvavita contro l'osteoporosi (ma in realtà inibisce l'assorbimento del calcio e quindi anziché far bene fa malissimo!). Si può vivere bene senza sfruttare gli animali.
Vi ricordo che per produrre latte, burro e formaggi le mucche vengono ingravidate e spremute a ritmi scandalosi e i loro piccoli vengono strappati all'affetto materno e macellati quando hanno solo pochissime settimane. Per le uova prodotte industrialmente - anche bio e anche di galline allevate su prati fioriti - gli allevatori, nel selezionare le cd galline ovaiole, praticano l'uccisione immediata alla schiusa dei pulcini maschi. Se avete un bel giardino e potete ospitare un paio di gallinelle, magari salvate dal macello, e se loro vi donano ogni tanto un ovetto, mangiatelo pure, se volete. Altrimenti, evitate. Diciamo no allo sfruttamento degli animali che in sostanza è anche uno sfruttamento degli umani (siamo animali anche noi, meglio ricordarselo ogni tanto). Essere vegan è qualcosa di più che mangiare vegan!